Carsulae si trova sul ramo occidentale della via Flaminia, che attraversa la città in senso nord – sud e coincide con il suo cardo maximus. Il tratto urbano della strada è pavimentato con basoli e, all’altezza dell’ingresso al foro, incrocia il decumanus maximus, percorso con orientamento est – ovest, che conduce agli edifici per spettacoli.
Attualmente non in vista, occupa l’estremità meridionale del nucleo urbano. Gli ambienti sono di complessa definizione: uno è absidato e ha restituito tracce di suspensurae. Eterogeneo il materiale recuperato, tra cui lacerti di pavimentazioni musive.
Datata nel suo complesso all’XI secolo, riutilizza in parte un edificio preesistente, d’incerta destinazione, assegnabile tra il I e il II secolo d.C., e presenta un diffuso reimpiego di materiale edilizio di età romana, come quello del portico. Il portale è sormontato da una lunetta marmorea con un bassorilievo: al centro del campo decorativo una croce greca e, disposti ai lati, animali e due figure umane con le teste nimbate, forse identificabili nei santi titolari della chiesa. All’interno, sulla parete di fondo, affreschi con scene di carattere sacro.
Di fronte alla Chiesa dei Santi Cosma e Damiano e tra questa e la basilica emergono una serie
di ambienti, alcuni comunicanti. Stipiti, soglie di porte e tratti murari sono quello che resta di due complessi edilizi, forse con prevalente funzione abitativa e riferibili ad una fase di vita anteriore a quella imperiale della città. Di uso commerciale, invece, le tabernae, adiacenti al complesso edilizio di fronte alla chiesa e dotate, in origine, di copertura a volta e bancone di vendita in pietra.
Questo edificio, con principale funzione di tribunale giudiziario, appartiene al foro, nonostante si collochi sul lato opposto rispetto alla via Flaminia, ed è databile alla prima età imperiale. Oggi sono riconoscibili solo i plinti dei pilastri, che dividevano l’aula principale in tre navate, e, sul fondo, un vano trasversale più stretto e con abside al centro.
La piazza forense, aperta ad ovest del tratto urbano della via Flaminia, era inquadrata sul lato orientale da due archi monumentali quadrifronti, di cui uno parzialmente ricostruito. Sul lato meridionale, sopraelevato rispetto alla strada, si conservano i podi, rivestiti di lastre di pietra rosa, di due templi gemelli, con accesso da una scalinata, in parte ricostruita: l’assenza di riscontri epigrafici rende difficile l’identificazione delle divinità venerate. Sul lato settentrionale sono allineati quattro edifici rettangolari absidati: il maggiore è correntemente interpretato come la curia (sede del senato municipale), quelli minori come le sedi d’attività politiche o amministrative collaterali. In evidenza tracce della decorazione marmorea.
A Carsulae sono state identificate quattro cisterne: due a nord e a monte dell’impianto termale (di cui una riconvertita in Antiquarium), le altre rispettivamente a nord dell’anfiteatro e a sud del teatro. Testimonianza della capillarità dell’approvvigionamento idrico a Carsulae anche un pozzo – cisterna in una zona marginale ad ovest della città.
E’ la porta d’ingresso a nord del centro urbano: conserva solo il fornice centrale dei tre originari e tracce degli incassi della decorazione architettonica e del rivestimento. La sua costruzione dovette avvenire in concomitanza con gli interventi di restauro della via Flaminia e con il programma di monumentalizzazione della città, avviato in età augustea.
Tre monumenti funerari, appartenenti a personaggi o famiglie emergenti nella comunità cittadina, sorgono fuori dei limiti della città. Due, restaurati, sono di cronologia compresa tra il I secolo a.C. e il I secolo d.C. :
– uno è del tipo a tamburo circolare su zoccolo quadrangolare, ha un coronamento a merli e presenta, all’interno, sei muri radiali;
– uno è del tipo a torre su zoccolo quadrangolare, il corpo cilindrico presenta lucernai, sopra i quali corre un fregio dorico, la copertura è a cuspide.
Un altro monumento, forse del tipo a edicola, conserva unicamente il basamento a pianta quadrata e parte del recinto.
A breve distanza una tomba a cassone con sarcofago in piombo, conteneva i resti di una fanciulla.
Gli edifici per spettacoli si trovano nella zona orientale della città. L’Anfiteatro, costruito in parte dentro una depressione, è stato scavato internamente solo nella metà settentrionale: sono stati messi in luce gli accessi all’arena, di cui i due principali aperti lungo l’asse maggiore, il muro del podio e gli ambulacri per raggiungere la cavea. Le proposte di datazione avanzate per il monumento non evadono il I secolo d.C..
Gli edifici per spettacoli si trovano nella zona orientale della città. Il teatro, interamente costruito sopra terra, appartiene ad una fase di poco anteriore a quella dell’anfiteatro. Il complesso della scaena conserva tracce dell’originaria tripartizione della fronte con una nicchia semicircolare al centro e due rettangolari ai lati mentre un muro, anch’esso articolato in nicchie, separa il pulpitum (palcoscenico) dall’orchestra, quest’ultima collegata all’esterno attraverso due parodoi (passaggi laterali) in leggera pendenza. La cavea era sostenuta, nella parte mediana e in quella superiore, da quindici vani voltati e dalla copertura dell’ambulacro su cui questi si affacciano: al di fuori del corridoio un avancorpo percorso da scale consentiva di salire ai settori più alti.
Incerta l’interpretazione dell’edificio porticato, che sorge a nord del monumento.
Risultato di una serie di recenti indagini, avvenute tra il 2012 e il 2014, sono i saggi di scavo C (n°12) e D (n°13).
Il saggio C ha restituito un lastricato ben conservato, varie strutture murarie ed una cisterna.
Tutte le strutture di quest’area possono essere interpretate come destinate ad usi commerciali e produttivi.
La prima fase costruttiva è di II sec. a.C. e ad essa segue una modifica ascrivibile all’età augustea.
I materiali ritrovati indicano la fine del IV secolo d.C. come periodo di abbandono.
Risultato di una serie di recenti indagini, avvenute tra il 2012 e il 2014, sono i saggi di scavo C (n°12) e D (n°13).
Nel saggio D è emersa una serie di tre ambienti realizzati lungo un tracciato stradale poi interrotto in epoca augustea, che percorreva il limite nord di una dolina.
Come per il saggio C tutte le strutture di quest’area possono essere interpretate come destinate ad usi commerciali e produttivi.
La prima fase costruttiva è di II sec. a.C. e ad essa segue una modifica ascrivibile all’età augustea.
I materiali ritrovati indicano la fine del IV secolo d.C. come periodo di abbandono.
/
/
Vivaticket S.p.A.
Società a socio unico
Via Antonio Canova 16/20
40138 Bologna
Capitale Sociale Euro 4.675.462 i.v.
C.F.- P.I.- R.I. 02011381205
R.E.A. BO 405904
/
Biglietteria on line
Vivaticket